Parlano di noi – Quotidiano del sud : l’altra voce dei ventenni.

Voglio fare l’imprenditore. Il mestiere: una sfida tra tradizione e innovazione.

M.F.A. : Stefano Reda, giovane imprenditore cosentino ha avviato la propria idea di impresa ripartendo dal mestiere del padre, calzolaio. Una tradizione antica che oggi affronta le sfide innovative del mercato economico. Stefano è l’esempio per giovani avventurosi che vogliono ripercorrere le orme dei mestieri antichi e che puntano a raggiungere importanti successi lavorativi e personali. Da giovane a giovane, mi ha raccontato la sua storia nel corso dell’intervista.

Il calzolaio un mestiere che sta scomparendo? Un punto interrogativo che è possibilità.

S.R. : Esatto. Questo è quanto ho scritto sul mio blog ma il messaggio è: non è il mestiere che scompare ma sono le persone. Un tempo erano i maestri ad insegnare ai ragazzi, in bottega, il mestiere. Il passatempo diventava scuola di vita. Ora la realtà è diversa. In Italia, giovani di vent’anni che riprendono il mestiere dei padri sono pochi.

M.F.A. : Siamo ancora troppo legati all’idea per cui calzolaio, liutaio siano “mestieri secondari” rispetto alle professioni quali avvocato, medico, professore.

S.R. : Si, è facile percepire la volontà di scegliere le professioni. È difficile trovare ragazzi che hanno voglia di sporcarsi le mani. Sicuramente questi consentono un guadagno elevato e sicuro. Ciò non toglie che qualunque lavoro, se ben fatto, è redditizio.

M.F.A : Essere artigiano regala soddisfazioni. Vedere indossate le proprie produzioni è gratificante. Hai la possibilità di alimentare la creatività, l’inventiva e questo rende fieri di sé.

S.R. : Hai modo di valorizzarti. Quando produci sei più gratificato, soprattutto se il prodotto presentato ai clienti riceve un feedback positivo. Vuol dire che stai procedendo bene. Ti rendi conto che il lavoro non è stato solo fine a un ricavo economico.

M.F.A. : Quando ha avuto inizio questa tua avventura?

S.R. : In bottega ci sono cresciuto. Ho ricordi sin da piccolo. Dopo il diploma avrei potuto scegliere altro ma ho sempre avuto in mente l’opzione di possedere già una attività avviata e di tradizione. Avere un laboratorio nostro, una clientela affezionata a mio padre ed i miei sentimenti di passione ed impegno hanno spinto verso l’idea di aprire la mia attività. I prossimi saranno dieci anni di “Maestro Artigiano”. Non è mai stato facile, ho superato diversi ostacoli e finalmente sto raccogliendo i frutti.

M.F.A. : Ostacoli che si riscontrano con maggiormente da giovani?

S.R. : È vero. Il consiglio che sento di dare a un giovane che vuole aprire una propria attività è quello di accumulare esperienza. Ciononostante, se si è convinti delle proprie passioni e le si vogliono realizzare non si deve demordere in alcun modo. Bisogna perseguire a capofitto nell’impresa. Concentrarsi sui piccoli risultati che si raggiungono. Migliorarsi, accettare le critiche e non lasciarsi vincere dalle paure e incertezze che sono sempre pronte a tenderci un agguato.

M.F.A. : Migliorarsi: come hai conciliato innovazione e tradizione?

S.R. : Bisogna aggiornarsi e stare al passo con le mode. Nel mondo delle calzature, l’avvento della gomma ha portato scarpe più comode, leggere e meno costose. Nell’ambito della innovazione vede le comunicazioni online padrone del settore. Oggi è necessario investire in questo. Le prime vetrine che mi consentono di tastare il gradimento dei clienti, sono i canali social. Di fatto, dietro semplici post, ruota un mondo di professionalità quali fotografo e addetti al marketing che curano l’immagine online del laboratorio. Nella vendita non basta più il passaparola stretto nella rete della propria città, occorre gestire un sito e-commerce internazionale. I miei prodotti sono apprezzati all’estero dove MADE IN ITALY significa pregio ed unicità.

M.F.A. : Il mercato economico, nell’anno dell’emergenza Covid, è diventato sempre più insidioso. Come smuovere l’immobilità di questo tempo?

S.R. : Sappiamo bene che se la gente non gira non consuma. È diventato necessario industriarsi con le consegne a domicilio, rivedere gli orari di lavoro e attuare norme di sicurezza. Puntiamo sui social e stiamo ideando un configuratore 3D con il quale il cliente può provare le diverse combinazioni dei modelli. Miglioriamo le foto dei prodotti così da permettere al compratore di sentirsi in negozio, seppure da casa.

M.F Astorino intervista Stefano Reda – SR

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